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“Il ruolo delle armi nucleari nella storia” è il tema trattato da Francesco Montanari, del Gruppo Fuoritempo, nel corso della Festa della resistenza tenuta il 20 luglio 2014 alla Fattoria della legalità di Isola del Piano (PU).
Può sembrare strano che si possa parlare di “storia” per armi che sono state costruite solo alcuni decenni fa e che rappresentano il volto inquietante del nostro tempo, ma in questo seppur breve periodo si è registrato uno sviluppo senza precedenti nella tecnologia bellica nucleare, sia a livello quantitativo che qualitativo.
Si parte da Hiroshima e Nagasaki che testarono sul terreno la loro terrificante efficacia, con un effetto micidiale sulle popolazioni del luogo, fino ad arrivare alla “guerra fredda” fra occidente e blocco sovietico, in cui esse raggiunsero la poco invidiabile capacità di polverizzare più volte il nostro stesso pianeta.
Oggi, esaurita quella fetta di storia e pur avendo le superpotenze messo mano ad una riduzione importante dell’arsenale nucleare, il pericolo della loro presenza e del loro possibile uso non è affatto svanito e dunque ben vengano, in tutto il mondo, iniziative politiche e culturali tese a prenderne coscienza.
“Le armi nucleari nella storia” nasce una campagna (“Un futuro senza atomiche”) attivata nel 2004 allo scopo di raccogliere firme per presentare in parlamento una proposta volta a smantellare dal territorio italiano le armi nucleari ancora presenti. Il gruppo”Fuoritempo” partecipò alla raccolta delle firme nella nostra regione.
Francesco Montanari ricorda come a tutt’oggi nei centri militari di Aviano (UD) e di Ghedi (BS) siano stanziate complessivamente ben 90 testate, mentre nel mondo il loro numero supera le 17.000 unità di cui 4.000 operative e 3.000 in stato di “allerta” (15 minuti per essere lanciate).
La campagna antinucleare da cui prende origine la manifestazione di Isola del Piano, sortì grazie a una tesi di Piero Livi (del gruppo “Fuoritempo”) e poi si sostanziò in uno spettacolo teatrale intitolato “La luce addosso”.
A questa iniziativa hanno dato il loro contributo fondamentale Stefana Maurizi che allora lavorava per “La stampa” mentre attualmente scrive per “L’espresso” e ha pubblicato il libro “Una bomba, dieci storie” e Alessandro Buccioletti, musicista, i cui brani fanno da sfondo ai video presentati.